domenica 16 marzo 2014

Ultrabericus IV e il fattore D

Iniziando questo post mi sono connesso al blog e ho visto che l'ultimo intervento risaliva ad agosto, al Grand Raid d'Havet... da allora nessun trail... ho realizzato solo ora che gli unici trail che ho corso finora sono quelli organizzati da Pollo e dall'Ultrabericus Team... Vista com'è andata la gara di ieri mi piaceva l'idea di iniziare con questa foto che risale a fine luglio...

Dunque, Ultrabericus IV, seconda partecipazione per me dopo le poco meno di 10 ore dello scorso anno. Quest'anno arrivo con la stessa identica quantità di allenamenti e con un mese di stop per infortunio tra dicembre e gennaio, di certo ho dalla mia l'esperienza della precedente edizione e poi il fattore D (quello che nella foto sopra sta al centro).

Quest'anno il gruppo degli orientisti Erebus è sensibilmente diminuito, o cala la forma o cresce il giudizio, solo io e Dario per l'integrale, Furia farà la staffetta, Biz e Alberto gli apripista, Genio la scopa. Con noi però ci sono nuovi e vecchi amici con cui ci siamo allenati per varie settimane nel buio e nel fango dei sentieri berici, Betta, Francesco, Davide...
Il pregara è più rilassato ma l'Inno alla Gioia che annuncia l'inizio della gara è sempre emozionante. Partiamo un po' troppo indietro e fino a Torri di Arcugnano rimaniamo piuttosto imbrigliati nel traffico dei single track... poco male, la strada è ancora tanta... Nella prima parte devo rintuzzare gli inviti di Dario a lasciarlo indietro, sono ben consapevole che tra qualche ora le parti si invertiranno nettamente. Sfilano i ristori e la gara è piacevole, meteo perfetto, ritmo continuo senza allunghi ma neanche cedimenti. Sul sentiero che ci porta sopra Villaga, troviamo la Betta (sticazzi, quanto forte è partita per averci lasciati indietro per 30km?!?). Il terzetto sale allegramente a San Donato dove una lunga sosta ritempra un po' il fisico già seriamente provato.

Ripartiamo ancora insieme, Davide e Francesco sono avanti di varie decine di minuti, sono partiti forte, speriamo non saltino!!
Dopo una breve sosta nella pittoresca valle di Calto comincia la lunga salita a San Gottardo, camminando ma ancora agili, appena si può si riprende la una corsetta leggera.
Psicologicamente mi ero autoimposto di non considerare San Gottardo il punto di non ritorno ma vensì la valle dei Vicari: invece, complice la stanchezza, i km successivi cominciano ad essere veramente duri e qui comincia a rivelarsi l'importanza del fattore D. Se fino a quel punto avevamo proceduto appaiati, adesso mi incollo al gancio, Dario fa l'andatura e io lo seguo pedissequamente, ovviamente lui non forza il ritmo; arriviamo a Perarolo dove ci aspettano Ire e Apo, ci accompagnano e questo permette di svagarci un po' ma le gambe cominciano seriamente a dolere e le prime avvisaglie di crampi preoccupano. La discesa nella Valle dei Vicari è micidiale, le poche centinaia di metri che portano al ristoro un'agonia. Ci congediamo dai nostri "angeli scorta" e iniziamo la prima delle tre salitine che ci separano da Vicenza: quella della Breganziola è ripida ma, purtroppo, breve, subito si ricomincia a scendere e i dolori tornano violenti. Gambe rigide, quadricipiti inchiodati, polpacci che pulsano violentemente. L'attacco della salita del canile è il tratto più difficile, siamo in piano ma mollo, cammino anche se siamo in piano... A quel punto il fattore D trova le parole giuste, senza mezzi termini:"Non esiste che si arrivi a Vicenza in più di 9 ore, non è contemplato l'uso della frontale!" Cazzo, sono le 18.10 e mancano 7km al traguardo, dei rapidi calcoli e capisco che siamo a pelo... Però non posso deludere Dario dopo che mi ha scortato per tutti questi km. La penultima delle due salite è pura volontà, in discesa allunghiamo ma ho il terrore di cadere, se mi incarto è finita. La salita finale è una truffa... hanno alzato Monte Berico, hanno aggiunto tornanti che nessuno si ricordava, non si sa bene come ma si arriva in cima.



Ora inizia la planata finale, la discesa è in apnea, ho staccato il cervello, le gambe girano da sole, i lumini da cimitero sono in tema, all'attacco delle scalette mi viene un colpo, vedo la Basilica (Vicenza è bellissima)... ma quanto è distante la fottuta Basilica, razionalmente so che non può essere più di 1 km ma sembra una distanza siderale... Sempre con Dario davanti facciamo le ultime centinaia di metri per arrivare al Ponte di San Michele, ci aspetta il suo babbo festante, e finalmente si scioglie l'emozione, è fatta, è finita e il cronometro dice che mancano 9' allo scoccare delle 9 ore di gara... L'arrivo è pura gioia con gli amici festanti!
Quella di ieri non è certo la gara più lunga che abbia corso, senz'altro è stata quella che mi ha messo maggiormente in difficoltà ma anche quella che mi ha dato le più grandi emozioni e soddisfazioni.