lunedì 18 marzo 2013

Habemus Ultrabericum


Partendo dal principio. Ho deciso di correre l'Ultrabericus il giorno della Trans d'Havet, ho preso il volantino e l'ho appeso sopra lo specchio di camera mia. Da quel giorno è entrato nei miei obiettivi del 2013. Il primo allenamento serio in preparazione dell'UBT è stata la maratona di Orgiano, 42 terribili km con più di 1000mt di dislivello, corsi con abbigliamento inadeguato, alternando sentieri fangosi/innevati a molto asfalto, il tutto con una temperatura rigida.. direi che li è finita la mia preparazione. Inutile citare la catena di fastidi e menate varie, cito solo il dato finale che vede, tra il 1 dicembre 2012 e il 15 marzo 2013, un totale di 398km fatti (mettendo dentro giri in bici, ciaspolate, passeggiate in montagna). Le basi atletiche per affrontare i 65km e i 2500mt di dislivello non c'erano, la testa era tranquilla, dubitava delle gambe ma era serena.

Alla partenza la festa è grande, noi siamo in tanti (Dario, Biga, Marta, Jacopo, Ire, Furia, Biz, Gianni, Albertino, Pedro) e tantissimi sono quelli intorno a noi e quelli che ci sostengono come Tone e Lepre.
Lo start con il sottofondo di Beethoven è emozionante ma riesco comunque a controllare le gambe, la strategia è chiara: devo camminare tutte le salite e correre nel resto della gara, solo così ho qualche chance di arrivare a Vicenza. La prima salita è quella di Monte Berico, un dramma dover salutare già gli amici (a parte i due Dari, tutti gli altri corrono mezza frazione e giustamente hanno un altro ritmo) e farsi passare da decine e decine di persone, ma riesco a non pensarci e godermi la gara.
Inutile citare tutti gli episodi, gli incontri, le sensazioni, sarebbe troppo lungo e noioso. Dico solo che la stanchezza comincia a farsi sentire dopo la salita del secondo ristoro, siamo a circa 28 km di gara, nemmeno metà... un po' presto per andare in crisi.
Comincio a sfruttare le illusioni ottiche inventandomi fantomatiche pendenze dello 0,01% che mi "costringono" a camminare. All'arrivo al giro di boa di San Donato mi impongo una lunga sosta con sostanzioso apporto di cibo e liquidi. In realtà sono arrivato anche prima delle 5h pronosticate, forse avrei dovuto andare ancora più piano  :-)

 
La seconda parte di gara è un'odissea... è più corta, con meno dislivello ma è più tecnica. Bisogna controllare sempre le gambe e la testa non può mollare un attimo. Solo dopo il 4° ristoro si riesce a rilassarsi un po' di più, almeno finchè non si arriva alla discesa delle Fungaie, di nuovo allerta e attenzione alle caviglie. Arrivati a Fimon comincia la prima e unica crisi della giornata, è una crisi di testa più che di gambe: il trasferimento in piano che porta dal lago a Torri di Arcugnano è di una noia mortale, soprattutto se lo si fa corricchiando "sur place", non si procede e comincio ad innervosirmi!
Per reazione al ristoro di Torri riempio le borracce e riparto subito. Tutto il tratto che segue mi è sconosciuto ma è annunciato ipoteticamente rognoso con almeno una salita ed una discesa da fare con molta attenzione. Ormai è buio, si accendo le frontali, i compagni di corsa circa sono sempre gli stessi, tra un allungo, un recupero, qualche consiglio ci si sostiene. In cima all'ultima salita è buio fitto, ogni tanto mi diverto a spegnere la lampada, in questo momento sono da solo e mi godo il buio, il silenzio e la solitudine del bosco... almeno finchè non passiamo sopra l'autostrada. Finita la discesa e lo sterrato siamo subito alla Villa Rotonda, ormai è una gioia, di nuovo gente lungo la strada che applaude, incoraggia. Sono gli ultimi 2km ma so già che saranno i più duri, mi concedo ancora di camminare fino alle scalette di Monte Berico e poi una planata in centro a Vicenza. Dentro di me esulto, è fatta. Sul ponte di San Michele Genio e Tanà mi aspettano, con la cagnetta al guinzaglio taglio il traguardo usando le ultime energie. E' finita! Ad aspettarmi tutti gli amici, compagni e la Manu cui ho imposto 10h di attesa e sofferenza, ma pare che lei sia felice tanto quanto me.


Ora è il momento di staccare il volantino dell'UBT e di sostituirlo...


L'ultimo pensiero all'organizzazione: per me è la prima ultratrail, al massimo ero arrivato ai 40km del Trail della Trans d'Havet. Direi che è stato tutto fantastico, il tracciato, il balisaggio, il personale a tutti gli incroci, l'attrezzatura dei passaggi pericolosi, i ristori, la musica lungo il percorso... grazie ad Enrico Pollini e a tutto lo staff. Grazie.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Per un attimo ho creduto che Tanà l'avessa fatta tutta ...

Cosimo ha detto...

ci ho pensato a portarla, poi ho deciso di non farlo per alcuni motivi: troppa gente, non volevo avere anche la preoccupazione di perdere il cane, non ero sicuro ce la facesse (conoscendo le sue abitudini di solito lei raddoppia lunghezza e dislivello)... ed in ogni caso, se avesse corso, sarebbe arrivata di un altro colore :-)

Unknown ha detto...

graaandeee cosmo!!! ora devi solo trovare un degno sostituto al volantino dell'ultrabericus! :-P

Cosimo ha detto...

il mio prossimo obiettivo è criminale... per questo non viene citato nei volantini :-) e cmq lo sapete tutti...

dario ha detto...

Per semplicitá , invece di mettere ogni volta un volantino diverso , metti una foto mia. É una garanzia di "imprese insane" per ogni evento , anche autogestito , tipo 'trekking veloce' !